venerdì 12 novembre 2010

La morte di Aldo Natoli


Aldo Natoli era elegante, colto e riservato, ma sopratutto un coraggioso. Da giovane fu antifascista e finì in carcere insieme a Giulio Spallone. Partecipò alla Resistenza nel gruppo di Alicata, Pietro Amendola, Corbi, Lombardo Radice e fu attivo anche nella stampa clandestina.
Nel dopoguerra a Roma divenne un leader della sinistra, idolatrato dal popolo comunista, in un periodo storico nel quale non era facile fare l’opposizione ai conservatori e ai papalini. Nel partito fu un uomo libero nell’esprimere le sue tesi. Fu tra i fondatori del Manifesto, primo strumento di aperto dissenso dalla linea del partito, insieme ad altri sempre comunisti nel cuore. Fu uno storico del mondo internazionale in evoluzione e di Antonio Gramsci, suo amico. Scrisse bei libri. Nell’Anppia ebbe ruoli importanti e figurava nella Presidenza Onoraria.
Lo scomparso, a mio avviso, rappresentava una delle anime migliori di una fede che con l’esempio
dei suoi leaders, contribuì a cambiare l’Italia con le lotte alla conservazione, con le conquiste sociali
e con la costruzione di una cultura di sinistra ancora viva oggi.

Guido Albertelli

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