lunedì 22 novembre 2010

Intervento finale del Presidente dell’ANPPIA al Convegno romano “Nascita e spirito delle Costituzioni europee”

I miei sentiti ringraziamenti al coordinatore prof. Cerri, ai valenti relatori, all’organizzazione e a tutti gli intervenuti (ho visto molti amici venuti da lontano ed a loro sono grato).
Lo scopo delle Associazioni che hanno voluto questo convegno è stato raggiunto.
La trasmissione della memoria è utile quando serve oggi alla difesa delle regole democratiche e dei valori radicati nel tempo. Queste regole sono nate nel primo dopoguerra anche per i sacrifici di chi ha combattuto contro le dittature o ha sofferto delle loro violenze o è morto innocente in una guerra spesso dimenticata.
Gli oppositori antifascisti, e gli analoghi in Francia e in Germania durante i regimi illiberali scrissero libri, riviste, periodici, tutti clandestini, dove condannavano la soppressione dei diritti dei cittadini come il libero pensiero, la libertà di stampa, l’esistenza di partiti e sindacati, l’uguaglianza di tutte le razze e in Italia affermavano l’inadeguatezza dello Statuto.
Così la Costituzione rappresentò anche il testamento spirituale di chi lottò perché potesse essere costruita.
Ed è per questo che abbiamo favorito un dibattito sui suoi contenuti e il Suo spirito in confronto a quelli delle altre nazioni europee.
Esponenti della cultura più elevata nel mondo della scuola, quella universitaria, sono intervenuti oggi a testimoniare la validità e l’importanza di Leggi fondamentali che rappresentano i vangeli laici delle democrazie, pur nelle differenze esistenti.
Se oggi la maggioranza del popolo italiano, in momenti difficili come quello in cui viviamo, crede in un riferimento che garantisca la protezione dei diritti di ogni suo componente, fa suo un libretto che, si può dire, rappresenta una sacralità comune.
Per questo prima di accettare un aggiornamento, sia pure strettamente necessario, della seconda parte della Costituzione, il cittadino esige che la forza che lo propone sia esempio di rispetto per le istituzioni, si ispiri ad un interesse superiore e punti a raccogliere un ampio consenso delle parti politiche tenendo conto delle evoluzioni politico-istituzionali europee.
Assistiamo invece allo scontro di due ideologie diverse, quello in atto trai partiti.
Una parte, a cultura liberal populista, ritiene superate alcune regole democratiche in quanto il tempo e l’evoluzione della società civile le ha rese obsolete anche in riferimento alla funzionalità del governare efficacemente senza essere ingessati da lacci formali.
L’altra, lasciatemelo dire, a cultura riformista conservatrice, difende la Costituzione esistente perché espressione della tradizione democratica, la considera un baluardo contro governi indipendenti da controlli, una difesa contro l’indebolimento del ruolo del Parlamento e contro la possibile influenza di poteri forti esterni.
Nel confuso momento che attraversa il Paese non si può cambiare la Costituzione e penso che questo non avverrà perché è esistita sempre una minoranza di cittadini, che interpreta spesso la coscienza della maggioranza silenziosa, che si batte per un ideale e non per interesse, non dimentica il passato nobile, non si ritira davanti al più forte e non si chiude in se stessa. Spesso perde le battaglie ma non l’impegno a proseguire.
Le nostre Associazioni sono sempre da questa parte.
Guido Albertelli

martedì 16 novembre 2010

CONVEGNO LA NASCITA E LO SPIRITO DELLE COSTITUZIONI EUROPEE

Senato della Repubblica - Sala Capitolare
Piazza della Minerva 38
18 novembre 2010
ore 15.30







PROGRAMMA

Ore 15,30 Saluti

Presidente dell’ANVGC, avv. Giuseppe Castronovo

Presidente dell’ANED, sen. avv. Gianfranco Maris

Presidente dell’ANPPIA,ing. Guido Albertelli



ore 16,00 Inizio lavori

Coordina prof. Augusto Cerri, docente di Diritto pubblico, Università La Sapienza, Roma

prof. Giacomo Marramao, docente Filosofia politica, Università Roma 3

”Radici ideali della Costituzione nell’Assemblea Costituente”

prof. Otto Pfersmann, docente di Diritto costituzionale, Università La Sorbona, Parigi

”Il modello costituzionale francese e il modello costituzionale austriaco”

prof. Dian Schefold, docente di Diritto costituzionale, Università di Brema

”Il modello costituzionale tedesco”

ore 17,00 Discussione

ore 17,30

prof. Severino Caprioli, docente di Storia del diritto medievale e moderno, Università di TorVergata, Roma

”Fatti costituenti e testo costituzionale”

prof. Carlo Amirante, docente di Diritto costituzionale, Università Federico II, Napoli

“L’originalità del modello costituzionale italiano e la sua possibile diffusione nell’Europa Comunitaria”

prof. Paolo Ridola, docente di diritto costituzionale, Università La Sapienza, Roma

”Validità delle ispirazioni ideali della Costituzione repubblicana e

possibilità di ipotesi di modifica di taluni suoi meccanismi”



ore 18,30 Discussione

ore 19,00 Intervento finale ing. Guido Albertelli


SI RICORDA CHE é OBBLIGATORIO PER L'INGRESSO ALLA SALA PRESENTARE UN DOCUMENTO e PER GLI UOMINI INDOSSARE GIACCA E CRAVATTA

venerdì 12 novembre 2010

La morte di Aldo Natoli


Aldo Natoli era elegante, colto e riservato, ma sopratutto un coraggioso. Da giovane fu antifascista e finì in carcere insieme a Giulio Spallone. Partecipò alla Resistenza nel gruppo di Alicata, Pietro Amendola, Corbi, Lombardo Radice e fu attivo anche nella stampa clandestina.
Nel dopoguerra a Roma divenne un leader della sinistra, idolatrato dal popolo comunista, in un periodo storico nel quale non era facile fare l’opposizione ai conservatori e ai papalini. Nel partito fu un uomo libero nell’esprimere le sue tesi. Fu tra i fondatori del Manifesto, primo strumento di aperto dissenso dalla linea del partito, insieme ad altri sempre comunisti nel cuore. Fu uno storico del mondo internazionale in evoluzione e di Antonio Gramsci, suo amico. Scrisse bei libri. Nell’Anppia ebbe ruoli importanti e figurava nella Presidenza Onoraria.
Lo scomparso, a mio avviso, rappresentava una delle anime migliori di una fede che con l’esempio
dei suoi leaders, contribuì a cambiare l’Italia con le lotte alla conservazione, con le conquiste sociali
e con la costruzione di una cultura di sinistra ancora viva oggi.

Guido Albertelli

martedì 9 novembre 2010

Il Museo della Liberazione non può morire

Antonio Parisella, Presidente del Museo, grida il suo sdegno per la possibile chiusura per mancanza di fondi. Ma anche le speranze sono dure a sparire. Io sono ancora un po fiducioso.

E' vero che la situazione finanziaria è bruttissima per tutte le Associazioni della Memoria ( l'Anppia , che ,presiedo, non ha avuto nulla) ma Via Tasso è un Museo, una Memoria strutturalmente incancellabile per se stessa. Guardare, toccare, soffrire e ricordare. Noi, figli di perseguitati ci vediamo la presenza dei nostri padri. I cuori sensibili piangono.

Se nasce davvero questo pericolo di chiusura potremo realizzare la più grande manifestazione antifascista mai vista a Roma perchè molti non potranno accettare la scomparsa di una testimontanza viva e forte dei sacrifici di pochi ma grandi eroi della libertà e determinante nella prova della ferocia e della violenza di aguzzini della Germania nazista.
Sono decenni che il Museo insegna ai giovani studenti la via difficile alla democrazia lasciando un segno nelle loro coscienze.

In un momento difficile anche loro non ci abbandoneranno.



Guido Albertelli