giovedì 22 aprile 2010

IL PARTIGIANO FERITO

Nipote mio vieni qui sul balcone voglio dirti una cosa.
La vedi questa piazza così grande e spaziosa?
Si nonno, dimmi è una storia graziosa?
Non tanto perché dalla guerra tornai malridotto
e ho dovuto vivere su questo balcone a guardare di sotto.
Prima la gente che manifestava portava i tricolori con lo stemma reale
ma poi votammo per cacciarla via la vile e vecchia monarchia.
Che bel tempo passammo con la bandiera pulita
ma venne il quarantotto e fu finita.
I vessilli per anni furono tutti bianchi
E noi vecchi ci sentivamo stanchi.
Poi infine fu un mare di bandiere rosse
e tante speranze di vecchie riscosse.
Il sogno fu breve, sparì in un momento
la nostra attesa di cambiamento.
Dimmi nonnino, che hai visto di strano?
Un giorno di sotto vidi nuova gente
agitava vessilli azzurri che non mi dicevano niente.
Ora da quel momento sono accorato
perché sento insulti al mio passato.
Nonnetto mio perché ti disperi
non possono avverarsi i tuoi desideri?
Creatura innocente anima mite
e se per me le bandiere fossero finite?
Non ci credere nonno, tu sei un gigante!
Dammi lo stendardo con la spada fiammante
perché da grande il 25 aprile io ci sarò
ed al balcone non mi metterò.

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