mercoledì 28 maggio 2008

A CHI GIOVA L'IMBARBARIMENTO DEL PAESE?

A Roma, al Pigneto, non è stata una aggressione di matrice politica, dice il governo, dice il comune, dice il sindaco, dicono i giornali – lo dicono tutti, eccetto l’evidenza. L’evidenza è che se uno viene borseggiato (o afferma di essere stato borseggiato) di solito – di solito – non va dal presunto ladro con una sciarpa (alcuni dicono un passamontagna) in faccia, avesse questao no la croce uncinata sopra, e una spranga in mano, e una decina di amici con passamontagna sulla faccia e spranghe in mano; di solito va dai carabinieri. Di solito non distrugge un negozio e varie vetrine. Lo scopo del raid era di distruggere e di spargere paura. Il furto, se c’è stato, e possiamo anche supporre che ci sia stato, ha semplicemente scatenato una violenza a lungo sopita e, purtroppo, a lungo fomentata.

Il raid non è un episodio isolato. Il massacro del giovane di Verona, gli incendi del campo rom a Ponticelli, l’assalto alle caserme e contro le forze dell’ordine da parte degli ultras a Roma, l‘aggressione al conduttore di radio Dee gay, l’aggressione alla Sapienza, sempre a Roma, contro gli studenti che protestavano contro la conferenza sulle foibe, hanno tutta l’aria di essere un mosaico organizzato, una strategia pianificata. Quanti hanno colto l’analogia con gli anni (non sono poi tanto lontani) che hanno preceduto l’insorgere del fascismo? Di più: i simboli a cui questa nuova violenza si richiama non sono quelli abbastanza familiari del fascio: no, sono quelli ben più violenti e spaventosi del nazismo, sono la croce uncinata e l’aquila hitleriana. Si rendono conto, questi ragazzi, di che cosa significano questi simboli?

A ben ragione il Partito Democratico e la Sinistra tutta sono preoccupati. Ma preoccupati devono essere anche quanti, pur avendo votato per la destra, non si riconoscono in questo nuovo squadrismo; e preoccupata deve essere anche la stessa chiesa cattolica, che non può accettare di correre il rischio di farsi strumentalizzare dalla destra nella lotta al diverso.

E, infine, sono preoccupati quanti, nella destra, dopo avere chiesto a gran voce tolleranza zero verso gli immigrati e verso i diversi (per religione, per colore di pelle, per abitudini sessuali), si trovano ora di fronte, come l’apprendista stregone, ad una reazione che troppo tardi temono – o si accorgono -- di non poter più controllare.

Il nostro allarme di antifascisti è profondo, e chiede il coinvolgimento di tutte le forze politiche e sociali del nostro Paese.

P.S. Che cosa dice la chiesa di fronte al dramma di quel padre che a Palermo ha accoltellato il figlio perché omosessuale? Possiamo augurarci che il discorso di Monsignor Bagnasco, nuovo presidente della CEI, incentrato sui problemi reali del Paese e non sulla demonizzazione del diverso, inauguri un reale cambiamento nella politica finora perseguita da Sua Eminenza Camillo Ruini?

Giulio Spallone

(Presidente nazionale ANPPIA)

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