domenica 13 novembre 2011

CONSIGLIO NAZIONALE

A conclusione del Consiglio Nazionale dell'ANPPIA svoltosi a Parma il 12 e 13 novembre sono stati approvati due ordini del giorno.

ORDINE DEL GIORNO 1

L'ANPPIA, rilevato che il passato governo e tutti i governi di Destra che si sono succeduti in questi ultimi anni, si sono caratterizzati con una politica, svolta in sede parlamentare, finalizzata ad un attacco pesante e costante nei confronti della Memoria storica, dell'Antifascismo e della Resistenza e dei valori che da essi derivano e da un costante perseguimento del fenomeno del revisionismo storico,
auspica che il governo che si sta costituendo in queste ore, sia al contrario caratterizzato dalla imprescindibile tutela della nostra Memoria storica e dalla volontà di difendere i valori della Resistenza e dell'Antifascismo unitamente al diritto al lavoro, alla salute e alla solidarietà sociale, quali elementi fondanti della Costituzione repubblicana e della nostra democrazia


ORDINE DEL GIORNO 2

L'ANPPIA esprime seria preoccupazione per la difficile situazione politica ed economica dell'Italia.
La Storia ci insegna che le grandi crisi economiche spesso hanno condotto a sbocchi populistici.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi e pesantissimi tentativi di aggressione della Costituzione e dei suoi valori sia dal punto di vista politico che culturale.
Sempre più gravi e preoccupanti sono gli episodi di violenza nelle nostre Città, a Parma come a Roma, messi in atto da movimenti quali Casa Pound e Forza Nuova che apertamente si richiamano al fascismo.
Per questo facciamo appello ai partiti che si riconoscono nella Costituzione perché siano sempre vigili, uniti e fermi contro tutti gli attacchi alla democrazia e alla convivenza civile.
Ribadiamo con forza che una soluzione ai problemi anche economici dell'Italia può venire solo dal rilancio dei valori antifascisti di Libertà, Democrazia e Eguaglianza e anche con la rinascita sulle macerie di giunte senza ideali, di nuove istituzioni locali ispirate alla Costituzione repubblicana

martedì 13 settembre 2011

Mai più alle urne con questa legge elettorale! Ancora una volta INDIGNATI, mobilitiamoci! Ogni firma può pesare!

Non è la prima volta, da moltissimi anni a questa parte, che ci troviamo a dovere prendere posizione in condizioni difficili.

In questa fase di grande incertezza, in cui, fra le poche cose chiare, c’è che non si può tornare alle urne con l’attuale legge elettorale, avevamo chiesto ai partiti, d’accordo conil recente appello di Zagrebelsky, di avviare una urgentissima iniziativaparlamentare per approvare una nuova legge elettorale che facesse decadere l’anticostituzionale “porcellum”.

Ma, per ora, una maggioranza parlamentare che condivida un’unica proposta di legge non c’è. Ancora una volta, quindi, ai cittadini non resta che mobilitarsi e fare sentire la propria voce con iniziative referendarie. Il referendum abrogativo è uno strumento molto importante previsto dalla Costituzione. Quando il Parlamento non è in grado di rimediare a leggi che vengono considerate gravi e lesive dello spirito della Costituzione, il popolo sovrano si muove, deve muoversi.

In questo caso, a conferma che la materia è complessa, e che le difficoltà politiche che attraversano i partiti e le istituzioni sono presenti anche nella pubblica opinione, sono in campo due diverse iniziative referendarie.

Senza ombra di dubbio ne avremmo preferito una sola. Ma così non è stato.

Non ci resta, quindi, che invitare la cittadinanza ad informarsi sui contenuti dei referendum abrogativi promossi sia da Passigli che da Parisi, sostenuti entrambi trasversalmente da varie associazioni, giuristi, costituzionalisti, forze politiche, e a firmarne uno, o entrambi, perché anche questo è possibile. Ogni cittadina e cittadino valuti quella che ritiene sia l’azione più convincente da compiere, e scelga.

Quello che riteniamo non si debba fare è non prendere posizione, perché scontenti e delusi del quadro politico nel quale ci troviamo.

Siamo sicuramente scontenti.

Ma qualunque dei referendum passi, comunque il “porcellum” sarebbe abolito, e realismo politico vorrebbe che, anche sull’onda di una forte pressione popolare, se ci sarà, le forze politiche di opposizione trovassero un accordo, e non solo al loro interno, in Parlamento per approvare una nuova legge elettorale non più anticostituzionale che consenta alla Repubblica di rimettersi in piedi e di ripartire.

E’ possibile firmare il Referendum Passigli nei moduli depositati nei Comuni e il Referendum Parisi sia nei Comuni che in banchetti in vari luoghi (Festival, mercati,supermercati).

Il Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna

martedì 12 luglio 2011

No alla mafia

Contro criminalità organizzata e violenza, Legalità, Sicurezza, Sviluppo UNA FIACCOLATA PER DIRE NO ALLA MAFIA, NO ALLA VIOLENZA, NO ALLA PAURA. UNA FIACCOLATA PER DARE UN MESSAGGIO DI FORZA E DI SPERANZA PER ROMA Una grande fiaccolata al Pantheon, il 19 luglio, per dire ‘No’ alla criminalità organizzata dopo i recenti fatti che hanno riguardato Roma e provincia. E’ la proposta di Nicola Zingaretti, a 19 anni di distanza dalla strage mafiosa di via D’ Amelio, a Palermo. “Propongo e sarebbe bello che il 19 luglio, giorno dell’anniversario della strage di via D’ Amelio, quindi una data simbolo, purtroppo, per quanto riguarda la lotta ai poteri criminali della mafia, che si faccia una grande fiaccolata al Pantheon, una fiaccolata di tutti, in primo luogo delle istituzioni”, ha detto Zingaretti. “Quindi faccio appello al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, al presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, di costruire questo appuntamento insieme. Ma faccio anche un appello ai giovani, ai cittadini, forze politiche e sindacali, commercianti, artigiani, associazioni e imprenditori affinché a Roma e provincia, tutti uniti, si dica no alla mafia e alla violenza, si alla legalità, si alla sicurezza. Credo che un messaggio corale che si rivolga a tutti, un appuntamento aperto, possa essere un bel segnale per dire che Roma e provincia reagiscono e non abbasseranno mai la testa nei confronti di queste infiltrazioni e di questa presenza della criminalità nella nostra città”. “Credo che il quadro che sta emergendo per quanto riguarda la criminalità organizzata e i poteri criminali della città sia davvero allarmante ed è stato segnalato più volte dalle forze dell’ordine e da tanti procuratori. Ancora oggi l’allarme lanciato dal procuratore Grasso non può cadere nel vuoto. C’è un ruolo investigativo, ovviamente importantissimo, delle forze dell’ordine che credo si stia dispiegando con grande efficacia e non deve essere lasciato solo”. “Chiedere un sostegno e un aiuto al governo è doveroso anche perché questo governo non ha a cuore i destini delle comunità locali e, se sono vere le notizie che riguardano gli straordinari e la benzina delle forze dell’ordine, non ha a cuore neanche i temi della sicurezza. Quindi ogni appello ed azione in questo senso è doveroso”. NicolaZingaretti per aderire fiaccolata19luglio@provincia.roma.it

mercoledì 15 giugno 2011

Convegno

A.N.P.P.I.A. ROMA E LAZIO
Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti


in collaborazione con
ANPI ROMA E LAZIO
FIAP ROMA E LAZIO

INVITA AL
CONVEGNO

L’IDENTITÀ DELLE FORZE POLITICHE È DEBOLE PER MANCANZA DI TRADIZIONI
E MEMORIE STORICHE?


Casa della Memoria e della Storia
Via San Francesco di Sales, 5
20 giugno 2011
ore 17.00



PROGRAMMA

SALUTO
Presidente dell’ANPI di Roma, dott. Massimo Rendina

COORDINA
Presidente dell’ANPPIA nazionale, ing. Guido Albertelli

RELATORI:
prof. Giovanni De Luna
prof. Piero Melograni
prof. Mariano Gabriele
prof. Alessandro Portelli

INTERVENTO DI COMMENTO
Presidente della FIAP di Roma,
Vittorio Cimiotta

venerdì 10 giugno 2011

mercoledì 20 aprile 2011

Parlamento e Costituzione

L'ultima proposta di riforma costituzionale del PDL ha per oggetto l'articolo 1. E stavolta non per togliere il riferimento al lavoro e metterne uno generico alla libertà come era avvenuto in passato, ma per rafforzare, a detta degli estensori, la centralità del Parlamento.

Il testo di modifica recita infatti: «L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale».

La difesa della centralità del Parlamento come carattere fondamentale della nostra forma di governo è tema serio e importante che meriterebbe riflessione e argomentazioni ben più serie rispetto a quelle operate dal primo firmatario di questo progetto di legge. Se infatti è indubbio il carattere fortemente parlamentare che i nostri Costituenti hanno voluto dare alla Repubblica, è altrettanto vero che in nessun caso essa ha operato una gerarchizzazione dei poteri e delle Istituzioni. Anzi tutto il sistema punta a costruire una Repubblica democratica rappresentativa fondata su una larga e continua partecipazione popolare attraverso l'articolazione istituzionale e il complesso di organismi partecipativi (associazioni, sindacati, partiti) che hanno non a caso un riconoscimento costituzionale. Nella Costituzione poi il Parlamento non è il luogo dove si misura a colpi di votazione, la maggioranza frutto del voto popolare, ma il luogo in cui tutti i parlamentari, nelle varie articolazioni politiche, di maggioranza e di opposizione, dovrebbero concorrere al bene del Paese. Cosa per altro resa più forte dal fatto che quando i Costituenti scrivevano il sistema elettorale era quello proporzionale e quindi il Parlamento era davvero "specchio del Paese".

Resta poi davvero incomprensibile capire come una simile proposta possa venire dall'esponente di una forza politica che non manca occasione per agire in pieno disprezzo del Parlamento, ricorrendo sistematicamente al voto di fiducia, operando attraverso un abuso quotidiano del decreto legge, riducendo i parlamentari a dei votanti a comando o peggio dandosi alla loro compravendita.

Se infatti oggi ha un senso, e io credo ce l'abbia, reclamare la centralità del Parlamento lo ha non certo in relazione alla magistratura o al Presidente della Repubblica o alla Corte Costituzionale, quanto piuttosto al modello plebiscitario proposto dal Presidente del Consiglio (che non a caso si è più volte lamentato del Parlamento come di un fastidioso intralcio alla sua politica del fare) e dal suo Governo che riduce sempre più non solo l'Italia ma il Parlamento appunto, a pubblico plaudente delle sue gesta e delle sue dichiarazioni.

Se vuole difendere la centralità del Parlamento quindi l'on Ceroni farebbe bene a rivolgersi al suo capo e a rifiutarsi per esempio di convertire in legge uno dei suoi decreti anzichè proporre strampalate modifiche costituzionali.


Serena Colonna